
nel fertile panorama della musica improvvisata di Chicago troviamo Adam Shead un artista multidisciplinare, compositore, improvvisatore e batterista potente Il suo sound frenetico e rapido che ha scatenato su Volumes & Surfaces di quest’anno è un’esplosione di furia free-jazz
In Full Cycle, Thread New, Shead approfondisce anche i freakout improvvisativi, ma sono solo alcuni pezzi di un puzzle stilistico tentacolare. Con Shead che guida la carica, brandendo un approccio altamente versatile che passa dalla moderazione delicatamente impegnata all’assalto turbolento, il suo formidabile quintetto – Jeff Kimmel (clarinetti), Ishmael Ali (violoncello, elettronica), Matt Piet (pianoforte) e Andrew Scott Young (contrabbasso) – è una forza da non sottovalutare. E il fatto che questo set sia stato registrato dal vivo (al Chicago performing arts center Constellation) lo rende un’impresa ancora più impressionante.
Con un focus su “concetti di riforma, rigenerazione” e altri temi, Full Cycle, la singola composizione di lunga durata di Thread New (in tre movimenti maratona) trasuda vibrazioni di rinnovamento spirituale di sorta. Mentre i tre pezzi si dispiegano con facilità fluttuante, Shead e compagnia lanciano un incantesimo sull’ascoltatore con uno slancio pulsante e affascinante. Mentre vengono applicati spessi strati materici e complessità dense, le melodie avvincenti salgono sempre in cima. Su “Mvt. ii”, il quintetto canalizza Monk con alcuni stili bebop hard-charging; L’opera pianistica ultraterrena di Piet brilla, accolta dalle svettanti linee di clarinetto di Kimmel e dagli swoosh e dalle striature fantascientifiche di Ali. Acing una gamma di colori, bebop, free improv e altro ancora, Full Cycle, Thread New è un’epopea onnicomprensiva da vedere.
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